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al testo di Amina Narimi
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Ti ho visto marcare il cammino, mostrando nei luoghi nascosti le vene leggere del gioco nel solo potere di cura per giungere al punto di sole, all'incrocio di sogni di nebbie, nel fitto totale del bosco col bagliore dagli occhi ai tuoi piedi.
è tutta l'esistenza che nessuno sa di lei cosa ha visto la sua fede nella vita che affonda lasciando tracce sulla neve
l'avverti passare il calore nel sogno, nel limo originale del vivente, il canto appartenente ancora all'ombra dell'esile membrana del risveglio, se, appena sente il vento respirare, scopre ciò che duole nei torrenti, rivelando il senso misterioso di ciò che è così semplice nei fiumi
-Nei suoi fiumi c'era una donna che ricreava se stessa sognando come palpita un cristallo nelle lacrime la primitiva e magnifica pochezza delle ore da noialtri ai nostri cari, distinguendo già le voci ed i colori dei volti delle case, per toccarli.-
eppure la chiarezza non risolve alcun mistero della sera che è arrivata se non ci fossimo commossi allora se non avessimo tremato per arrivare a questo punto che ci riconosce somiglianti nella danza più sottile che ci resta dove splendere è un sentiero che s'inerpica nel cuore, e le sue sponde noi le stiamo già toccando, per come trovano la grazia, salendo insieme agli alberi, come lo chiede il cielo, da sacre lontananze noi ridiamo due parti di uno stesso anello aperte, nel suo lembo che ci colma imparando di nuovo a camminare, come acqua che scivola tra l'erba, tra l'erba alta scrivendo, senza più guardare |
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